Piero Iotti, uno studente speciale del Marconi
Dal 27 gennaio 2021 il ricordo di Pietro Iotti è più vicino al Marconi. Una pietra d’inciampo dedicata a lui è stata posta all’ingresso del Liceo.
Piero Iotti era stato un giovane partigiano, poi prigioniero a Mauthausen e, come ci raccontava, si era salvato grazie alla concatenazione di circostanze fortunate: ma aveva purtroppo ben conosciuto la vita del deportato. Impiegò molto tempo a “guarire” dai segni di quell’esperienza e forse non guarì mai fino in fondo. Investì poi la sua vita nel fare, come ingegnere, come sindaco di Sant’Ilario, come testimone e come guida per gli studenti del suo paese. Non dimenticò mai di aiutare gli altri a capire. Era un modo per capire sé stesso.
Sono dov’è il mio corpo è il bellissimo titolo del libro che ci racconta quei mesi. Percorrendo il suo vissuto, anche tra le splendide e dure pagine del libro, tra ombre e illuminate considerazioni, il lettore ritrova un'opportunità: non abbandonarsi all’oblio. Iotti ci ha raccontato e dimostrato che vivere come esseri umani non è scontato, che prendersi cura di ciò che è accaduto, accade e accadrà è necessario e può diventare un modo di vivere. Seppure tra racconti che affrontano durezze e crudeltà, la vita e il suo valore rappresentano sempre il centro di ogni discorso. Memoria e vita, si potrebbe dire, memoria come difesa a oltranza del vivere. Il passato, la deportazione, la storia, non risultano pertanto dati di vicende polverose e museali, da spolverare ogni tanto; si pongono pienamente nel nostro tempo, il tempo del nostro vivere.
Piero Iotti ha voluto percorrere molte e molte volte la strada per Mauthausen, convinto che fosse necessario far conoscere e ricordare. In pullman si trasferiva verso i luoghi che lui ben conosceva, ma che temeva di dimenticare: lui, il megafono e la comitiva. Ex deportato che si faceva guida e che con la comitiva percorreva le tracce di un tempo; insieme alla comitiva si trattava di trovare una via contro l’oblio. Una delle eredità, questa, tra le più preziose che Iotti ci ha lasciato.
Nel 2010 Piero Iotti accettò il nostro invito, e ritirò per la prima volta le sue pagelle mai ritirate. Fu una grande emozione
Dal 27 gennaio una pietra posta davanti al suo e al nostro Liceo ci ricorderà della sua vita, ma anche della nostra. Quando nelle nostre corse quotidiane passeremo di lì, quella pietra saprà salutarci, saprà dirci qualcosa, se la ascolteremo. Nonostante, come diceva, le nostre esistenze siano “a termine”, Piero continuerà a raccontare, e noi lo ascolteremo, generando altri racconti. Non dimenticheremo Piero Iotti, anche noi, come lui, siamo stati fortunati ad incontrarlo.
Pietro Iotti, meglio noto come Piero Iotti nasce a Sant'Ilario il 25 aprile 1926 e muore all'età di 89 anni il 9 marzo 2016. Nel 1944, dopo avere conseguito la maturità scientifica nel nostro Liceo, si è iscritto alla facoltà di ingegneria presso l'Università di Parma. Per la sua attività antifascista e di partigiano, venne arrestato dalle SS il 15 novembre 1944, tradotto al campo di smistamento di Bolzano, il 16 dicembre 1944 fino al 6 gennaio 1945, e successivamente venne tradotto a Mauthausen dove giunse l'8 gennaio 1945, e qui gli venne assegnato il numero di matricola 115.561. Liberato dal sottocampo di Gusen in data 5 maggio 1945, è tornato a casa con Arnaldo Bocconi, il 24 giugno 1945, in condizioni di estrema debilitazione. Nell'opera Sono dov'è il mio corpo ha raccontato la sua esperienza.